Il cavolo (Brassica oleracea) era noto già nell’antichità. Per i greci era sacro, mentre i romani lo utilizzavano sia in cucina sia per la cura di varie malattie. In seguito, in Italia, il consumo alimentare del cavolo riprese attorno al Seicento. Forse non tutti sanno che questo ortaggio ha costituito per molti secoli uno degli alimenti principali degli equipaggi delle navi, per rinforzare il regime alimentare durante i lunghi viaggi in mare.
Attualmente la sua coltivazione è diffusa in tutto il mondo; i maggiori produttori sono India, Cina, Francia e Italia (principalmente in Abruzzo, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia). Vi sono numerose varietà di cavoli, che presentano poche differenze fra loro per quanto riguarda l’aspetto nutrizionale. Vediamone alcune insieme:
– cavolfiore: è ricco di sali minerali, vitamina B e aminoacidi. Ha fiori bianchi molto gustosi, che sono la parte commestibile, le foglie non si mangiano;
– cavolo broccolo: simile al cavolfiore, presenta infiorescenze verdi o verdi violette. Contiene una buona quantità di proteine, vitamine e sali minerali;
– cavolino di Bruxelles: è originario del Belgio, di piccole dimensioni e colore verde chiaro. Ricco di sali minerali, carboidrati e proteine;
– cavolo cappuccio verde o rosso: presenta foglie verde pallido o rosso scuro, unite assieme a formare una palla;
– cavolo verza: questo cavolo viene coltivato soprattutto nell’Italia centrosettentrionale ed è di origine molto antica. Ha foglie rugose verde scuro all’esterno e verde chiaro all’interno (viene anche detto cavolo di Milano).
Come dicevamo prima, tutti gli ortaggi della famiglia delle Brassicacee hanno valori nutrizionali simili, sono ricchi di vitamine A, B e C , hanno un’azione preventiva e curativa: aiutano la rigenerazione cellulare, sono usati per combattere la bronchite, l’anemia e le affezioni cutanee.
Si è anche scoperto che il succo di cavolo assunto la mattina a digiuno è tra le formule preventive anticancro più efficaci. E bevuto una volta al giorno sotto forma di centrifugato assieme a carote, rape e rafano per tutto il mese di dicembre funge da eccezionale serbatoio di energia. A proposito di carote, desidero ricordare che questo è l’altro ortaggio da tenere in tavola tutto il mese: questo dono invernale degli orti ha molte applicazioni.
Il suo colore arancione porta la “luce del sole” in tutti i tessuti, agendo così sulla pelle, sulle mucose, sul sistema immunitario. Inoltre la carota è ricca di sali minerali come ferro, potassio, calcio e sodio. Assumiamola allora come composta la mattina a colazione e fatta in insalata, condita con olio e limone a pranzo. La sera possiamo gustarla bollita, mangiandola insieme alle pietanze. E come bevanda centrifugata (con arance e limoni ad esempio) può farci compagnia durante la giornata.
Per concludere con gli aiuti preziosi che ci offrono le verdure invernali, dobbiamo ricordare che il loro apporto vitaminico consente di proteggere in particolare la gola che, come si sa, è la porta di tutti i mali di questa stagione così rigida: difenderla è essenziale.
I succhi di verdure, grazie al loro apporto vitaminico, sono adattissimi a prevenire le infiammazioni delle prime vie aeree. Tutte le sere, prima di cena, preparate un centrifugato di barbabietole, prezzemolo, sedano e carote. Aggiungete un cucchiaio da tavola d’olio di oliva e, prima di bere, intiepidite il tutto.
Consiglio finale: a dicembre il rischio di appesantirci è elevato perché le cene natalizie, gli aperitivi e le occasioni di festa sono numerosissime. Per rimediare dobbiamo compensare i pasti troppo ricchi con qualcosa di nutriente ma povero di calorie. La soluzione tampone è consumare a cena, tre volte la settimana, un minestrone con non troppa pasta ma ricco di zucca, legumi, cavoli e broccoli. Questi ultimi si possono anche tagliare a fettine finissime o grattugiare nelle insalate, da condire con olio d’oliva e aceto di mele.